Via Savini, multe a raffica per la sosta selvaggia. Ma i commercianti protestano: "Impossibile scaricare le merci"

TERAMO – Passa per l’amministrazione comunale la patata bollente di via Salvini, dove i commercianti sono in rivolta per l’impossibilità di poter effettuare il carico e scarico delle merci, a causa delle sosta selvaggia ma anche delle difficoltà che alcuni stalli regolari impongono alla manovra dei mezzi di trasporto. Il problema è vecchio ma proprio ieri mattina l’intera via è stata sottoposta a un vero e proprio fuoco incrociato di multe. Nel sabato del mercato, la mano pesante dei vigili urbani si è fatta sentire sui teramani incivili che riescono a parcheggiare anche in seconda file. Sono state decine le contravvenzioni lasciate sui parabrezza e in alcuni casi le guardie municipali hanno dovuto affrontare anche la reazione dei proprietari delle auto. Ma questo non allevia le problematiche dei commercianti, che ancora ieri hanno dovuto lamentare difficoltà organizzative per permettere al facchinaggio di raggiungere i negozi con i pesanti carichi delle merci. I mezzi utilizzati per il trasporto dei materiali di questi negozi non hanno spazio di manovra oltre l’incrocio di via Argentina. Una volta parcheggiato – quando lo stallo del carico e scarico è libero – il camion, il percorso al contrario è proibitivo, tanto che spesso gli autisti sono corretti a percorrere via Savini a marcia indietro. Cosa che succede spesso ad esempio ai rifornimenti del supermercato Eurospin di via Vincenzo Irelli, impossibilitato a girare per le anguste vie attorno allo Spirito Santo. E non è certo giusto suggerire di parcheggiare all’inizio di via Savini per poter poi manovrare in piazza del Carmine: il transito dei carrelli a spinta con pesanti frigoriferi, lavatrici o colli con biciclette sulla strada condivisa con auto, moto e passanti non è sicuramente l’ideale, Occorre una soluzione strutturale, come l’eliminazione di una fila di parcheggi in via Cameli, in modo tale da permettere il transito a mezzi più larghi. Ma se il problema, come accaduto finora, viene messo sotto il tappeto come le cenere, i commercianti stavolta sono decisi ad azioni di protesta più eclatanti.